Chi è Roberto Ferrari:
Roberto Ferrari (Modena, 1964) è biologo entomologo, insegnante di yoga e mindfulness trainer.
Dal 1988 come biologo ha svolto attività di ricerca presso il Dipartimento BiGeA dell’Università di Bologna su biologia e comportamento degli Insetti Sociali (Isoptera, Rhinothermitidae); attività di consulenza nel campo della lotta biologica; soggiorni di ricerca in Spagna, Francia, India, Nepal, Bangladesh, Pakistan, Cina, Camerun, Nigeria, USA. Attualmente prosegue gli studi con particolare riferimento alla etologia cognitiva delle menti collettive, percezione e produzione di ambienti naturali, esperienza animale e diritti animali, basati sull’approccio enattivo di Francisco Varela.
Insegna Hatha Yoga classico dal 1993, ed è allievo di Meditazione del Maestro Franco Bertossa, con cui ha pubblicato “Lo sguardo senz’occhio” (Ed. Alboversorio). Nel 2005 ha fondato con altri insegnanti l’Associazione Asia Modena, centro per lo scambio culturale, la pratica dello Yoga, della meditazione e delle arti marziali, e nel 2018 il Centro Mindfulness Mente&Vita.
Ha svolto attività di docenza presso l’Università di Urbino (ISIA, Fenomenologia del Progetto) e l’Istituto ISYCO Torino e Associazione Asia Bologna (formazione insegnanti Yoga, Fisiologia Yoga e Didattica dello Yoga), Scuola di Psicoterapia Nous di Milano (Costruttivismo in biologia, l’opera di Francisco Varela).
Nel 2012 ha completato presso l’Università di Firenze, Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, il Master di II livello in Mindfulness e Neuroscienze, e attualmente opera come Mindfulness trainer in ospedali, strutture sanitarie, scuole, carceri.
Perché firma il Global Enaction Manifesto:
"Mi riconosco nei punti all'origine del manifesto! Sia da un punto di vista bio-sistemico che eco-esistenziale.
Li considero in forte sinergia con le ricerche teoriche della neurofenomenologia, epistemologia, biologia enattiva, ma anche con le pratiche di frequentazione della strana e potente esperienza diretta di esistere “qui ed ora”, come coltivata dalla tradizione contemplativa orientale e dalle discipline mente-corpo.
In definitiva il punto che vorrei condividere è: è possibile che la domanda sul senso del nostro esistere sperimentata nell'ecosistema e nel corpo individuale – in momenti di soprappensiero o tragici, o attraverso la meditazione, o esponendosi alla grande arte – sia vissuta in modo non patologico, tragico o nichilista, bensì trovi categorie culturali ed esistenziali che la accolgano e la trasformino in una via di consapevolezza e trasformazione personale e sociale?
Roberto Ferrari
biologo entomologo, insegnante di yoga e mindfulness trainer
Firma anche tu il Global Enaction Manifesto!
Aderisci al Manifesto e racconta ciò che già stai facendo per adottarlo e la tua esperienza nel realizzarlo. Basta compilare il form a questo link:
Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)